Nello studio medico di via Camperio 8, si possono eseguire :
1. FIBROLARINGOSCOPIA
Cos’è la fibrolaringoscopia ?
L’esame si sviluppa con un’osservazione diretta della laringe mediante una sottile fibra ottica flessibile.La laringoscopia permette di evidenziare eventuali lesioni della laringe ed è quindi indicata nella diagnosi delle patologie della laringe e dell’ipofaringe.
Come avviene la fibrolaringoscopia?
Per l’esame si usa uno strumento a fibre ottiche, in genere un endoscopio o fibroscopio, che viene introdotto da una narice e attraverso la parte posteriore del naso si arriva, in genere, dietro il palato molle.In questo modo si visualizza bene la laringe senza scatenare, in modo particolare, i sintomi del vomito come nel caso del cavo orale.La laringe è l’organo dell’apparato respiratorio che produce i suoni, si tratta di un esame semplice e indolore, eseguito, in genere, dopo aver applicato nelle fosse nasali uno spray anestetico. Gli effetti dell’anestesia (sensazione di lieve gonfiore alla gola) scompaiono in pochi minuti.
2. VISITA SPECIALISTICA ORL
3. VIDEO-OTOSCOPIA con referto fotografico (immagine timpanica).
4. ESAME AUDIOMETRICO (controllo della soglia uditiva)
5. ESAME IMPEDENZOMETRICO
(Valutazione della funzionalità della membrana timpanica e della catena degli ossicini). E’ possibile con test particolari fare una diagnosi obiettiva di sofferenza cocleare (Tests di Metz), retrococleare (Tests di Anderson) e dello stesso orecchio medio (on-off, assenza del riflesso),otosclerosi. L’esame consiste nell’ inserimento di una piccola sonda all’ingresso del condotto uditivo, che permette di modificare la pressione dell’aria contenuta nel condotto stesso, e nell’ inviarvi un suono.
6. ESAME SPIROMETRICO (prova funzionalità respiratoria polmonare)
7. ESAME OTOVESTIBOLARE CON PROVA CALORICA.
Con il termine esame Otovestibolare, è indicato un esame finalizzato a studiare la funzionalità dell’organo dell’equilibrio che è formato dalla coclea, labirinto, e nervo acustico. Per effettuare la prova calorica, si fa accomodare il paziente su una poltrona e gli si applicano degli occhiali detti di “Frenzel”, che consentono all’operatore di valutare il nistagmo (movimento involontario degli occhi). Successivamente con un apposito strumento, si introduce nel condotto uditivo esterno del paziente, dell’acqua a determinata temperatura; dopodiché l’operatore osserva il nistagmo provocato dalla stimolazione termica, per trarne informazioni su eventuali patologie in essere.
8. LA RIEDUCAZIONE VESTIBOLARE
Manovre liberatorie: Il termine “vertigine parossistica posizionale benigna”definisce una della più frequenti sindromi vertiginose osservabili nella pratica clinica. E’ una sindrome clinica caratterizzata da brevi ma intensi episodi di vertigini, accompagnate da nistagmo patognomonico, scatenate da particolari movimenti della testa, ed attribuibili al movimento libero di particelle di carbonato di calcio, nei canali semicircolari (soprattutto la porzione posteriore). Le particelle (otoliti) possono staccarsi della macula utricolare spontaneamente, in seguito a traumi al capo o ad altre lesioni dell’orecchio interno (traumi, infezioni, interventi chirurgici). Si manifesta con crisi di vertigine rotatoria ricorrenti di durata limitatissima, parossistica (da qualche secondo ad un minuto o poco più) compaiono prevalentemente compiendo particolari spostamenti del capo o nell’assumere particolari posizioni. Per molti anni si è ritenuto che tali situazioni potessero derivare dall’artrosi cervicale (molto meno in grado di dare vertigini di quanto non si creda), mentre oggi sappiamo che la sede della patologia è il labirinto posteriore, ovvero la parte dell’orecchio interno che appartiene dal punto di vista funzionale al complesso sistema dell’equilibrio.
La rieducazione vestibolare assistita: la rieducazione della vertigine posizionale benigna (e di molte altre sindromi vertiginose e disturbi dell’equilibrio) consiste prevalentemente nella rieducazione vestibolare (manovre liberatorie), una serie di esercizi fisici eseguiti quotidianamente per diversi giorni, in grado di insegnare al sistema vestibolare ad abituarsi a questo stimolo e a “ricalibrare” l’intero sistema, sfruttandone la plasticità intrinseca. Paradossalmente, il paziente deve provocare il più possibile le crisi vertiginose, ripetendo volontariamente i movimenti scatenanti.
Manovra liberatoria di Semont: La maggior parte degli specialisti tratta queste forme con la cosiddetta manovra liberatoria di Semont, una particolare sequela di movimenti bruschi del capo e del corpo che viene effettuata in singola seduta (eventualmente ripetuta), con l’obiettivo di riportare gli otoliti nel vestibolo (manovra di riposizionamento).
9. INSUFFLAZIONI TUBARICHE (per curare le sordità acute e croniche)
Le insufflazioni tubariche consistono nell’introduzione di un catetere sottile (monouso) a livello della fossa nasale, ed immissione di aria umidificata con acqua balsamica direttamente nelle tube di Eustachio. Non richiede alcuna anestesia ed è eseguibile ad ogni età, ad esclusione di bimbi piccoli, dove è consigliabile l’utilizzo del Politzer. Sono indicate nella cura delle sordità catarrali trasmissive, e nelle sequele delle otiti recidivanti.
10. LASER TERAPIA (per curare patologie del distretto ORL: sinusiti croniche, cefalee, artrosi cervicale, vertigini, e soprattutto acufeni)
COS’E’ L’ACUFENE? Il termine acufene indica una sensazione uditiva “fantasma” che si verifica in assenza di stimolo acustico nell’ambiente esterno. Il “ronzio” (sibilo o fischio) viene generalmente descritto come il rumore generato dal passaggio di corrente o da un televisore guasto.
L’acufene è un sintomo e non una malattia, questo significa che non è assolutamente pericoloso, non causa sordità e/o non aggrava una sordità già esistente. Nella maggior parte dei casi non è possibile riconoscere una causa specifica. Solo in alcune circostanze l’acufene è riconducibile a condizioni particolari come negli anziani, dove spesso si trova in associazione all’ipoacusia (presbiacusia), nella Malattia di Menière, in caso di trauma acustico, oppure in seguito all’esposizione a farmaci dannosi per le strutture dell’orecchio interno (come alcuni antibiotici) o, ancora, in caso di sordità improvvisa. Anche fattori psicologici possono svolgere un ruolo : per esempio, un lieve acufene che non risulta fastidioso, può diventare insopportabile in soggetti depressi, ansiosi o sotto stress psico-fisico. Quello che varia tra una persona e un’altra con lo stesso sintomo, è la capacità di tollerare l’acufene, cioè la diversa capacità di sopportare il “ronzio” e di conviverci. Questo disturbo spesso interferisce sulla vita di tutti i giorni, tendendo a coinvolgere in particolare l’aspetto psicologico ed emozionale, inducendo o potenziando stati ansioso-depressivi.
COSA SI PUO’ FARE?
Per sua natura l’acufene è difficile da “curare” nel senso classico del termine, perché non esistono farmaci risolutivi. L’obiettivo che il medico si pone, è quello di rendere questo sintomo sopportabile, riducendone l’impatto sul quotidiano, migliorando quindi la qualità di vita del paziente. Questo richiederà un grande impegno da parte del paziente e dello Specialista che l’accompagnerà nel suo percorso riabilitativo. I trattamenti non farmacologici oggi utilizzati sono diversi: Trattamento di rieducazione (TRT), laserterapia locale, tecniche di rilassamento (es. yoga), agopuntura, ipnositerapia, trattamenti di supporto psicologici/psichiatrici. Recentemente è stato evidenziato come sostanze ad attività antiossidante possano migliorare la sintomatologia di persone affette da acufeni, inoltre una migliore irrorazione sanguigna ed una protezione delle strutture nervose a livello dell’orecchio interno, può migliorare la sintomatologia.
ALCUNI CONSIGLI:
– Evitare il silenzio assoluto (es. addormentarsi con TV o radio accesa)
– Imparare a rilassarsi: questa probabilmente è una delle cose più utili che si possano fare per migliorare la propria capacità di adattamento all’acufene, perché pur non migliorando la percezione soggettiva, consente di controllare meglio la sintomatologia ansiosa che l’acufene stesso genera. Questo può aiutare a diventare più indifferenti ai ronzii.
– Occupare la mente con attività impegnative: è più facile dimenticare l’acufene, naturalmente senza eccedere, perché l’eccessiva attività potrebbe diventare stress, aggravando l’acufene stesso. Occorre trovare i giusti tempi di rilassamento e non esagerare con nessuna attività.
– Sviluppare un’attitudine di indifferenza all’acufene: alcune persone trovano giovamento nel pensare che è solo un rumore e che ci sono cose molto più interessanti sulle quali concentrarsi.
TERAPIA LASER AD ALTO POTENZIALE
Con la tecnologia Laser , già avallata da molti studi scientifici, lo specialista avrà la possibilità di dare una speranza in più di miglioramento al proprio paziente, mantenendolo monitorato durante l’intero arco terapeutico.
La letteratura internazionale riporta evidenze sperimentali e cliniche dei molteplici effetti della laser-terapia :
- accelerazione del processo di cicatrizzazione;
- ripristino della funzione neuronale dopo lesione;
- stimolazione della liberazione di endorfine
- stimolazione del sistema immunitario;
- aumento del flusso arteriolare nei tessuti lesi;
- accelerazione della rigenerazione cutanea.
L’effetto principale della laser-terapia nella cura degli acufeni, è la stimolazione della produzione di energia (ATP) nella cellula, per attivazione della citocromo ossidosi dei mitocondri.
Circa il 70% dei pazienti affetti da acufeni, trova giovamento da codesta terapia.
11. PROVA E POSIZIONAMENTO DI PROTESI ACUSTICHE DELL’ULTIMA GENERAZIONE, CON AUSILIO DI TECNICI AUDIOPROTESISTI LAUREATI
La perdita uditiva è un processo fisiologico legato all’avanzamento degli anni. E’ possibile che già dopo i 30 anni si possano riscontrare perdite uditive iniziali. Dopo i 70 anni, più della metà delle persone è affetta da perdita uditiva rilevante, che potrebbe trarre vantaggio dalla applicazione di una protesi acustica. Con la sempre maggiore diffusione di elevata rumorosità in ambienti lavorativi e casalinghi, si è abbassata ulteriormente la soglia di età in cui si manifestano problemi uditivi. I livelli di rumore sono aumentati pressoché ovunque, basti pensare all’enorme diffusione tra i giovani di apparecchi elettronici per la riproduzione di musica, ascoltata per ore a volume decisamente alto, con conseguenti danni a venire; inoltre, traffico stradale e ambienti di lavoro sempre più rumorosi (fabbriche, uffici, condizionatori). Altri fattori che hanno una influenza sulla perdita uditiva sono : ostruzione del canale uditivo (cerume), malattie e otiti esterne, terapia farmacologica, (antibiotici, chemioterapia, traumi cranici e fisici). Bisogna quindi agire di conseguenza : appena si nota un cambiamento uditivo, è consigliabile rivolgersi allo specialista. Nel mio studio, dopo una accurata visita ed esami strumentali adeguati (Audiometria, Impedenzometria, Video-Otoscopia), nel caso di riscontro di una ipoacusia curabile con l’applicazione di una protesi acustica, sarà possibile essere seguiti da personale competente (Audioprotesisti laureati), che seguiranno in ogni fase il paziente.
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